Ti sei mai chiesto quali sono le tecniche di potatura della vite più diffuse in Italia? Oggi ti elenchiamo le principali, con la consapevolezza che molti hanno già individuato da tempo il metodo che più si adatta alle loro esigenze.
Scopriamo insieme le principali tecniche con cui puoi potare il vigneto, l’oliveto, gli alberi da frutto o le piante di agrumi e cerchiamo di capire quali attrezzi utilizzare per i tuoi interventi.
Le tecniche di potatura della vite
Nella gestione di un vigneto, la potatura ha un ruolo essenziale, poiché influisce sull’attività vegetativa delle piante e sulla loro produzione fruttifera. I tagli seguono le esigenze della specifica tipologia di vitigno, del terreno, del clima e dell’azienda vitivinicola.
Sulla vite possono essere effettuati interventi di potatura invernale oppure operazioni di potatura estiva (o verde). Generalmente si interviene sia sui rami, sia sui tralci, per ottenere le specifiche forme d‘impianto desiderate dal viticoltore. Ad esempio, quali?
Il Guyot
Si tratta di una tecnica che non prevede un cordone permanente e richiede una potatura mista obbligata. Il tralcio del fruttifero cresce in posizione orizzontale.
Il doppio capovolto
Anche in questo caso si tratta di una tecnica senza cordone permanente, e viene richiesta una potatura mista obbligata dei tralci fruttiferi, che crescono in posizione discendente.
Il cordone speronato
In questo caso, invece, abbiamo un cordone permanente orizzontale. Si effettua, quindi, una potatura corta e bisogna seguire la crescita della vegetazione, che si sviluppa in maniera ascendente.
Il sylvoz
Anche questo è un cordone permanente orizzontale e richiede una potatura mista obbligata. I tralci fruttiferi crescono in posizione discendente.
La casarsa
Si tratta di un cordone permanente orizzontale, che richiede una potatura mista libera. La vegetazione si sviluppa in parte libera e in parte obbligata.
Tecniche di potatura degli alberi da frutto
Per consentire alle piante fruttifere di crescere sane ed essere produttive è indispensabile eseguire mirati interventi di potatura, sempre adatti alla necessità della specifica specie vegetale che ci si trova a gestire. Una buona potatura riesce a stimolare e rendere costante la produttività della pianta, ma anche a massimizzare la pezzatura dei frutti, contenere lo sviluppo vegetativo della chioma e preservare la salute della pianta.
Di solito si sconsiglia di eliminare, in ogni intervento di potatura, più del 30% della vegetazione, per non stressare l’albero da frutto e mantenere intatto il suo equilibrio a livello energetico. Se per numerose piante il periodo prescelto per la potatura è quello tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, vanno sempre valutati altri fattori prima di intervenire, come le condizioni climatiche o la posizione geografica.
Inoltre, anche sugli alberi da frutto possono essere effettuati:
- interventi di potatura invernale, nella stagione fredda e prima della fioritura;
- interventi di potatura estiva o verde, nel periodo estivo o all’inizio dell’autunno.
Sono diverse le tecniche di potatura che è possibile utilizzare su una pianta da frutto, ad esempio:
- la potatura d’allevamento, che viene eseguita nei primi anni e serve a favorirne l’entrata in produzione e dare la forma desiderata alla pianta (che può essere molto differente a seconda della specie vegetale oggetto dell’operazione);
la potatura di produzione, eseguita negli anni successivi al primo con lo scopo di tenere in equilibrio lo sviluppo produttivo e vegetativo della pianta;
la potatura di riforma, necessaria quando si deve dare una nuova forma alla pianta o si ricomincia a potarla dopo qualche anno di inattività.
Tecniche di potatura dell’olivo
I metodi di potatura dell’olivo si sono evoluti parecchio nel corso degli anni, seguendo le tipologie di pianta, ma anche le competenze e le possibilità tecnologiche degli olivicoltori.
Considerando che, anche in questo caso, possono coesistere tecniche di potatura estiva e invernale, uno degli obiettivi principali degli interventi di taglio sugli olivi è quello di plasmarne la forma di allevamento.
Tra le più diffuse c’è sicuramente il vaso, ma esiste oggi un elevato numero di alternative.
Il vaso
Le forme a vaso sono caratterizzate dalla presenza di un unico tronco con una chioma che al suo interno si presenta aperta come a formare un vaso. Si tratta di una tecnica che favorisce l’illuminazione della chioma e, di conseguenza, anche la produzione fruttifera dell’olivo.
I tipi di vaso sono diversi e si distinguono sostanzialmente per il numero e inclinazione delle branche, per l’altezza da terra e per altri fattori. Ad esempio, il vaso policonico presenta un tronco singolo da cui partono da tre a sei branche, ognuna delle quali ha la forma di un cono (da qui il termine “policonico”).
Il vaso cespugliato
In questa forma di allevamento non è presente il tronco e le branche principali partono dal pedale o da un tronco di altezza estremamente ridotta. La chioma, che si mantiene sempre bassa e facilmente lavorabile, può essere gestita con diverse tecniche, sempre rispettando la forma tipica a vaso.
Il globo
Anche in questo caso, come nel vaso, la chioma si inserisce in un solo tronco, ma non è vuota e si presenta come una sfera. Questa forma, ideale per gli ambienti dove non manca l’irraggiamento solare, concentra la produzione di olive sulla parte esterna dell’albero.
Il monocono
Il monocono ha un tronco alto e privo di rami fino ad almeno un metro dal suolo. Le branche partono poi perpendicolarmente dal tronco e decrescono in lunghezza partendo dalla base e creando, appunto, la tipica forma “a cono”. Poco diffuso, si adatta bene all’impiego di tecniche di raccolta meccanica.
Il cespuglio
Questa forma di allevamento rispetta la naturale inclinazione dell’olivo a crescere e svilupparsi con un portamento cespuglioso. Il tronco è assente e la pianta ha la forma di un cespuglio, mentre le operazioni di potatura sono scarse e puntano solamente a tenere in equilibrio la chioma.
Monocaule a chioma libera
In questa forma di allevamento si ha un tronco singolo e una chioma lasciata libera di crescere in modo naturale, secondo l’habitus tipico della pianta d’olivo. Tale sistema si presta bene alla potatura e alla raccolta meccanizzata e abbassa i costi di manodopera.
Tecniche di potatura degli agrumi
Con il termine “agrumi” ci si riferisce a numerose specie vegetali appartenenti al genere Citrus, quali limone, arancio, pompelmo, bergamotto, cedro, mandarino e molti altri. La qualità, il sapore e l’aspetto di questi frutti dipendono in larga misura dalle tecniche di potatura impiegate sulle piante.
Generalmente sugli agrumi si effettuano interventi di potatura di produzione o di forma. Quest’ultima è volta a plasmare la forma della pianta. Per gli agrumi le forme d’allevamento sono poche e tutte sostanzialmente riconducibili a una struttura a globo. Le piante di agrumi vengono lasciate crescere liberamente e naturalmente, per poi cimare il fusto a circa 50 cm da terra, mantenendo tre o quattro branche per la chioma (tipicamente piena).
La forma a globo riesce a preservare le parti interne della pianta (fusto e rami) dall’eccessiva insolazione e migliora la produttività e la qualità dei frutti, abbassa le probabilità di proliferazioni patogene e rende più semplici le operazioni di raccolta.
Soluzioni elettriche della PROFESSIONAL Line
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